“Strategie digitali per promuovere il territorio – Web Markenting Solution”…“pensare globalmente agire localmente”

Si è tenuto in Sapri un incontro con Cristiano Carriero, esperto di web marketing, che ha presentato il suo libro “Local Marketing-strategie per promuovere e vendere sul territorio“, coautore del libro: Francesco Antonacci. Sono intervenuti l’avvocato-scrittore Franco Maldonato ( presidente dell’Associazione Culturale OltrePisacane e coordinatore del progetto”Terre del Bussento”, il dirigente scolastico Corrado Limongi (Istituto Leonardo Da Vinci di Sapri). L’incontro moderato da Francesco Lombardi è stato organizzato nell’ambito del progetto “Terre del Bussento” da Cicas Turismo di cui è presidente Matteo Martino. Il progetto “Terre del Bussento” presentato alla Borsa del Turismo di Milano ha l’intento di accreditare una nuova immagine del Golfo di Policastro, pertanto, è necessaria la elaborazione della proposta progettuale attraverso una nuova comunicazione… una comunicazione innovativa…giusto titolo dell’incontro: “Strategie digitali per promuovere il territorio – Web Markenting Solution”.

Cristiano Carriero è un giornalista e un blogger, nel suo libro tratta delle “ragioni” per cui è importante per le attività locali essere presenti on line. Nel testo, affronta le tematiche in maniera strategiche, in termini strutturali e professionali…guardando da varie angolazioni: sia in ottica Seo (Search Engine Optimization -che si intendono, nel linguaggio di internet, tutte quelle attività volte a migliorare la visibilità di un sito web sui motori di ricerca), sia di content marketing e storytelling (veri pilastri nelle attuali strategie di marketing, il Content Manager e lo Storyteller sono ormai figure professionali imprescindibili per ogni azienda).

Ritengo sia doveroso per i non addetti, evidenziare cos’è il marketing…

In senso tecnico il termine “marketing” fa riferimento ai rapporti di scambio che avvengono sul mercato. Il termine inglese marketing, infatti, contiene il sostantivo “market” (mercato), il verbo “to market” (piazzare sul mercato) e il sostantivo verbale “marketing” (l’attività di operare sul mercato). Mercato inteso come luogo in cui si realizzano scambi di beni o servizi tra l’offerta (il venditore) e la domanda (chi necessita di qualche bene/servizio).

Fare marketing significa quindi ascoltare, interagire, trasmettere valore e comunicare con i clienti (coloro che comprano i prodotti/servizi) e consumatori (coloro che utilizzano i prodotti/servizi), studiarne i bisogni e le preferenze per riuscire a soddisfarli nel modo migliore, instaurando una relazione duratura e proficua per entrambi (azienda e consumatore). Ed è il consumatore, quindi, con i suoi bisogni e desideri, ad essere il perno attorno cui ruota il marketing.

Detto questo è conseguenziale che il web diventa il mezzo con cui si può promuovere il prodotto o come in questo caso si vuole promuovere il territorio.

L’incontro di ieri sera a Sapri sicuramente è stato un momento di approccio con tutto un “mondo nuovo” per il nostro territorio…ma è un mondo quello del web in continua evoluzione. Star al passo con le nuove tecnologie mediatiche è fondamentale per chi opera nel settore della ricezione, del turismo, delle comunicazioni…per chi ha voglia ed energie da impiegare al servizio della “crescita” economica e culturale. L’incontro alquanto esaustivo si è rivelato interessante per tutti noi.

Mi piace evidenziare uno slogan citato da un relatore: “pensare globalmente agire localmente”…che racchiude un pensiero filosofico importantissimo per gli “operatori” dell’intero comprensorio.

Mi piace evidenziare, altresì, il “pensiero” di Carriero che invita a “raccontare” la “storia” in modo tale da dare al “pubblico” una sensazione di onestà e di genuinità. Invita ad essere autentici. E che siano gli “operatori mediatici” del posto a consigliare e ad accompagnare il “consumatore“.

 

Mi congratulo e ringrazio tutti gli organizzatori… e Cristiano Carriero per la validità dell’incontro che ha significato un “passo nuovo” verso “nuovi orrizzonti”…per la promozione del nostro territorio.

Con la stima di sempre.

Angelo RISI

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OLIO DI QUALITA’… NON E’ DETTO CHE E’ LONGEVITA’

“…Verde cupo degli immensi ulivi che tendono i rami al cielo…” con questo pensiero estrapolato da una mia poesia: “Cilento terra mia” datata 1986…vorrei parlarvi dell’olivicoltura e dell’olio cilentano…anche perchè mi sono reso conto che da quando scrivo in questo Blog non ho mai “trattato” tale argomento. Lungi da me l’idea di scrivere un vero trattato…ma solo delle riflessioni su questa coltivazione arborea che occupa gran parte del nostro territorio…fornisce l’olio…una fonte di reddito per l’economia del comprensorio.

La cultivar regina è la “Pisciottana”…maestosa…regna un po’ ovunque da monte a valle e fino al mare…laddove si rispecchia in “acque azzurre che lambiscono morbide spiagge”.

La pisciottana è la più antica varietà…inserita nel nostro contesto ambientale in tempi lontani…solo in epoca moderna…da pochi decenni è stata affiancata da altre cultivar (leccino, rotondella, ecc.).

Se un tempo gli uliveti, per la cultura dell’epoca, necessitavano di pochi interventi manutentivi e di nessun trattamento antiparassitario o fitosanitario – tutto veniva lasciato al buon andamento dell’annata – la raccolta (a terra) poi prevedeva tempi lunghi…alcuni anni fino ad inizio estate.

Oggi, invece, per un cambio culturale: per i risultati qualitativi richiesti da un mercato sempre più esigente – per ottenere un prodotto di buona qualità sono necessari dei trattamenti fitosanitari ed una serie di concimazioni. I tempi di raccolta e di lavorazione sono stati ridotti ai minimi termini.

Un proliferare di esperti, assaggiatori e quant’altro…pronti a “giudicare” la qualità…le proprietà organolettiche…e tutto ciò che è necessario per la “valutazione” al fine di trovare spazio sul mercato del nostro olio cilentano.

Mi è toccato finanche di ascoltare qualche politico di turno…che avendo una cultura a 360 gradi (a suo dire è ovvio) ostentando un linguaggio forbito sosteneva che il Cilento non produce olio di qualita’. Detto da chi ha tutt’altri “titoli” e compentenze e che…se gli metti in un piatto una oliva ed un chicco d’uva…quasi sicuramente ha problemi a distinguere l’una dall’altro…ma poco importa…intanto parla…ma va bene così: in questo caso al politico non gli importa di sapere…di approfondire. A lui necessita la visibilità…ergersi a sapiente di ogni cosa…a riscuotere consenso.

Dall’altra parte…grazie alla professionalità e all’impegno di taluni – cultori del territorio e delle sue potenzialità – si parla di olio cilentano DOP…inserito a pieno titolo in un contesto di Eccellenza sia territoriale che nazionale.

Fin qui, polemiche a parte, va tutto bene o quasi.

Dovete sapere che a me piace riflettere…soprattutto quando gli argomenti mi appassionano…come in questo caso per funzioni e competenze…d’altro canto sono un perito agrario…ma anche perchè porsi delle domande è necessario per avere un confronto…per una crescita personale e comunitaria.

Noto delle contraddizioni…in taluni “esperti” dell’agroalimentare e del territorio…in quelli che argomentano sia sulla qualità del prodotto:olio (dei risultati raggiunti), sia sulla tanto “sbandierata” dieta mediterranea. Quasi sempre tanta “cultura” è racchiusa nel medesimo soggetto.

Prima di chiarire meglio ciò che mi “frulla” in testa è necessario ricordare che cos’è e quando “nasce” la dieta mediterranea.

La dieta mediterranea è un modello nutrizionale ispirato ai modelli alimentari diffusi in alcuni paesi del mediterraneo ( come Italia e Grecia) negli anni cinquanta del ventesimo secolo.

Si basa su alimenti tradizionalmente usati nella cucina contadina…tra questi figura l’olio, elemento “cardine”.

Lagane e ceci

Verza e patate

Il concetto di dieta mediterranea è stato introdotto e studiato inizialmente dal fisiologo statunitense Ancel Keys (essendo venuto a conoscenza della “nostra cucina” attraverso i “piatti” della sua governante cilentana (Pioppi): Delia Morinelli, premiata di recente come ambasciatrice della dieta mediterranea ), il quale ne ha dimostrato i benefici effetti sulla longevità e sulla salute.

Ancel Keys

Keys con la moglie Elisabet quando soggiornava in terra cilentana

Delia Morinelli – governante dei coniugi Keys

Non approfondisco questo argomento in quanto chi è interessato avrà modo di ricercare in rete tutto ciò di cui ha bisogno per soddisfare curiosità e colmare lacune.

Evito di parlare delle derrate alimentari necessarie per la dieta mediterranea…che in stragrande maggioranza provengono da altre realtà…a causa l’abbandono dell’agricoltura nelle nostre zone.

Evidenzio, in quanto significativo, che la suddetta dieta sia diffusa nelle aree che si affacciano sul mare mediterraneo dove tradizionalmente vengono coltivati gli ulivi.

E’ risaputo che le tecniche colturali dei secolari ulivi in quegli anni eraro “misere”…potatura, zappettatura,concimazione organica, calce viva al tronco e in rarissimi casi “trattamenti” a base di solo rame.

Nel Cilento gli ulivi erano enormi…solo successivamente sono stati “abbassati” per ovvie esigenze già descrittte. Il prodotto derivato (olio) non veniva classificato. Non si parlava di acidità. In alcuni casi veniva consumato finanche quando per la sua scarsa qualità…corrispondeva all’attuale classificazione di: “lampante”.

Sono figlio di questa terra…sono nato nel 1963…se chiudo gli occhi “rivedo” e “riassaporo” il “pane e olio” della mia infanzia. Non so se la sua gradazione fosse zero o su di lì…so che mi piaceva…e che ancora oggi, per grazia di Dio, sono qui.

Se avessimo quell’olio oggi…sarebbe impensabile commerciarlo…in quanto come in precedenza ho detto: per le leggi del mercato…le caratteristiche e le proprietà organolettiche richieste sono indiscutibili.

Poco importa se per ottenere un olio extravergine…”bombardiamo” la cultivar e l’ambiente di prodotti fitosanitari che salubri non sono. Il fine giustifica i mezzi…direbbe Niccolo Macchiavelli.

Qualcuno dirà: si …ma c’è il biologico…beh…non mi dilungo…è meglio che taccio.

Avviandomi alla conclusione evidenzio la duplicità del pensiero filosofico: da una parte ci vuole un olio “moderno” che trovi spazio nel mercato…dall’altra si parla di “stili di vita sani” (dieta mediterranea compresa) il cui olio era quello dell’annata…forse lampante.

Rinnovo le mie perplessità …ed evidenzio ancora delle contraddizioni in tutto ciò…non me ne voglia alcuno…ma non vorrei che per inseguire troppo la “qualità”…perdessimo di vista la “longevità” che questa terra tanto vantava.

Vi saluto con un video….

Con la stima di sempre!

Angelo Risi

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Ligabue non si ferma ad Eboli…cerca la “bellezza” laddove “abbonda”.

 

Il 6 ottobre 2016 vengono annunciate le prime date del tour che Ligabue terrà nel 2017. Il tour, che avrà luogo nei palasport, sarebbe dovuto partire da Jesolo il 1° febbraio, ma a causa di un edema alle corde vocali che ha colpito il cantante, l’inizio è stato rinviato al 14 febbraio (prima data ad Acireale).

Al Pal’Art Hotel di Acireale per la prima nazionale del tour “Made in Italy- Palasport 2017”…mentre sullo schermo scorrevano le immagini di Riko (il personaggio fittizio protagonista dell’ultimo album) Luciano raccontava:

“Riko è uno che nella vita è messo così così e che non ne può più delle infinite umiliazioni fiscali e sociali che è costretto a subire in questo Paese”. E così ripercorre tutta la storia di Riko, seguendo l’ordine di scaletta dell’album “Made in Italy”: porta il pubblico a bere alla Barakka del venerdì,  fra le mura domestiche di una relazione prosciugata, ad osservare chi perde il lavoro e a tirare un sospiro di sollievo perché non è capitato anche a te, a scatenarsi nella giungla delle favole dimenticate dove “chi vuol sopravvivere deve cambiare”, a trovare una ragione per restare, per rincominciare, per stare svegli al limite dei sogni,  per amare questo Paese e per scoprire che in fondo “parte sempre da dentro ogni momento di felicità”.

 

Il giro proseguirà sino al 26 maggio, giorno in cui il “Made in Italy – Palasport 2017” farà tappa al Palaflorio di Bari. Numerosi i concerti, a cui vanno aggiunte due tappe estere: una a Lugano (Svizzera) e una a Bruxelles (Belgio).

 

Luciano Riccardo Ligabue, conosciuto semplicemente come Ligabue o Il Liga , è un cantautore, chitarrista, regista, scrittore, poeta e sceneggiatore italiano.

È uno tra gli artisti italiani di maggior successo ed ha ricevuto due Targhe Tenco, un Premio Tenco e un Premio Le parole della musica. Detiene inoltre il record europeo di spettatori paganti per un concerto di un singolo artista.

Ha vinto negli oltre 25 anni di carriera più di sessanta premi per ciò che concerne la sua attività musicale, cinque premi per quanto riguarda l’attività di scrittore e infine dieci onorificenze per la sua attività cinematografica.

 

In occasione delle due tappe al PalaSele di Eboli (27 e 28 febbraio) il rocher di Correggio con la band e chitarra in spalla ha visitato gli scavi di Paestum.

 

Il cantante romagnolo è rimasto incantato dalla bellezza dei templi di Paestum, tanto da scattarsi una foto nel parco archeologico e postarla sul proprio profilo Facebook con la didascalia “bellezza che abbonda”.

 

E un’altra sul litorale cilentano…

Nella prima delle due tappe …ad Eboli c’ero anch’io…

 

all’apertura del concerto un coro unico…ha fatto vibrare il PalaSele….

 

Il rocker, amatissimo da intere generazioni ha entusiasmato tutti con….

 

 

Ligabue | Made In Italy Tour | Scaletta Eboli 27 febbraio 2017

 

La vita facile
Mi chiamano tutti Riko
È venerdì, non mi rompete i coglioni
Vittime e complici
G come giungla
Ho fatto in tempo ad avere un futuro
L’occhio del ciclone
Dottoressa
I miei quindici minuti
Made in Italy
Un’altra realtà

Sulla mia strada
Bar Mario
L’Odore del Sesso
Questa è la mia vita
Leggero
Quella che non sei
Il meglio deve ancora venire
Non è tempo per noi
Lambrusco & pop corn
Piccola stella senza cielo
Balliamo sul mondo
Tra palco e realtà

Certe Notti
Urlando contro il cielo

 

 

 

Tante parole, tanta musica, tanta emozione…tanta bellezza .

A conclusione di concerto…un tripudio….

 

Concludendo …posso affermare che Ligabue non si è fermato ad Eboli…è andato alla ricerca della “bellezza”…che abbonda ovunque. Ha omaggiato la terra e il mare che “già incantava gli antichi greci”…e con la sua musica ha inebriato menti e cuori …aprendo le porte alla bellezza.

Alcune foto sono state prese dalla Pagina Ufficiale di Ligabue…per le altre ringrazio Anna Ida Guida.

Un rigraziamento di cuore al grande artista Ligabue per la sensibilità avuta verso la terra cilentana… e a voi tutti un abbraccio.

Con la stima di sempre

Angelo Risi

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Cilento Bike & Trekking … Monte Bulgheria e dintorni

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Tempo fa il mio caro amico Giovannino Carrano mi chiese di scrivere di un nuovo itinerario in territorio cilentano che avrebbe potuto percorrere.

Premesso che non è la prima volta che si avventura nel nostro Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Albuni, ma già altre volte ha percorso degli itinerari… ricordiamo anche una sua impresa attraversando il Parco da nord a sud, in due senza assistenza scalando le 4 vette più alte del Cilento per promuovere le bellezze del nostro territorio.

Qui il video di presentazione di qualche anno fa sul TG Regionale:

Premesso altresì che il Carrano della passione per la bici ne ha fatto una professione … vi invito a visitare la pagina del suo progetto nazionale Italy Bike Friendly 

Per darvi un’idea della sua professionalità… un video girato in occasione della sua partecipazione al Tuscany Trail – edizione 2015

Cos’è il Tuscany Trail?

Non è una gara, è un’avventura, in altre parole un’esperienza: un’ inusuale, eccitante e incerta esperienza di bikepacking. Non è supportata, ovvero c’è una partenza comune e una traccia GPS, ma nulla di più. Ognuno deve pianificare il percorso dando ascolto alle proprie necessità e attitudini o ascoltando ciò che il loro corpo comunica. Ci sarà chi sfiderà se stesso e chi lo prenderà con calma, godendosi lo splendido paesaggio. 640 km, con un dislivello di 12000 mt., dove metà di questi sono su strade sterrate e sentieri.

Giovannino Carrano tra l’altro è stato il fondatore ed organizzatore dell’evento: Campania Crossing – un percorso lungo 590 km, dalla provincia di Caserta a quella di Salerno.

Il Campania Crossing è stata la prima avventura in autonomia per mountain bike in Campania, non una gara contro un avversario ma contro se stessi.

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Campania Crossing – Unsupported Bicycle Adventure

Giovannino Carrano è anche, Guida di MTB dell’Accademia Nazionale di Mountain Bike …

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Un viaggio in tandem alla scoperta del nostro territorio: il Cilento
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Ritorniamo a noi… all’itinerario che avrei dovuto designare e descrivere…

Come spesso accade ci si prende tempo…il Cilento è una vasta area…un territorio variegato con splendidi scenari…non mi sentivo di decidere il percorso…anche perchè da cilentano verace vi è in me una sorta di campanilismo…volevo consigliare e descrivere un itinerario quanto più vicino a me.

Intanto il tempo è sfuggito ….e la scelta è avvenuta:

Cilento Bike & Trekking tra selvagge calette e olivi millenari

Un tour di due giorni immersi nel Cilento, tra mare monti, PEDALEREMO tra olivi millenari e paesaggi rurali, dove il tempo sembrerà essersi fermato per ascoltare storie di briganti, leggende mitologiche e tradizioni cilentane, PERCORREREMO in bici e trekking, uno dei sentieri più affascinanti del nostro territorio, che attraversa la macchia mediterranea e si affaccia su bellissime calette come “Il Pozzallo”, “Cala Bianca” e “Baia Infreschi”, SOSTEREMO su spiagge selvagge, ascoltando il rumore delle onde con la sensazione di salsedine sulla pelle. PARTIRETE con la certezza di ritornare! Questo è il Cilento!

Notizia che ho accolto con entusiasmo in quanto il percorso è vicino a me…e comunque mi sono sentito in colpa per non aver consigliato.

Aspettavo…sentivo che qualcosa avrei dovuto dire…che qualcosa succedeva.

E’ di qualche giorno fa la notizia che è volontà delle amministrazioni locali realizzare una pista ciclabile…

progetto ciclabile

io san sev

ponte san seve

 come è attuale la notizia:

 

In Cilento si discute di riqualificazione territoriale, il via al #cantierejazzi sul Bulgheria

iazzi

jazzi2

Dare nuova vita agli jazzi abbandonati, rifugi temporanei per il ricovero di pastori e animali, e rigerenare l’area del monte Bulgheria nel basso Cilento. Se ne discuterà sabato 25 febbraio a Marina di Camerota al Vecchio Frantoio a partire dalle 10:30. La giornata, organizzata nell’ambito del progetto Jazzi, inaugura un ciclo di incontri e tavoli di lavoro per facilitare il dialogo tra le diverse aspirazioni della comunità cilentana e per avviare un processo collaborativo con l’obiettivo di sviluppare un progetto condiviso di rigenerazione dell’area del Monte Bulgheria.

Tale progettualità dà un input nuovo al territorio… e considerando che a Celle di Bulgheria negli ultimi anni grazie all’Associazione Bike Team – Solo per passione … sta nascendo la cultura per la bicicletta …

difatti la stessa organizza la manifestazione… pedaliamo insieme…

Pedaliamo a Celle e Poderia

PEDALANDO…. SI CRESCE

Passione per la bici che ha spinto l’Associazione ad organizzare un evento oltre i confini nazionali…pedalando fino in Bulgaria:

CELLE DI BULGHERIA E VELIKI PRESLAV UNITI ANCHE DALLA BICI. UN VIAGGIO DI 1333 KM SU DUE RUOTE

In ripresa anche le attività di trekking…numerose sono le associazioni che organizzano escursioni sul monte Bulgheria.

monte bulgheria

Insomma un territorio in fibrillazione…un risveglio per tutto ciò che riguarda le attività sportive…a contatto con la natura e i luoghi…per vivere la salubrità degli ambienti e i suoi derivati.

Scrivevano i latini: “ mens sana in corpore sano” – La frase, che significa “mente sana in corpo sano” è contenuta in una frase di Giovenale. In questo scritto il poeta latino del I secolo d.C. critica gli uomini che si danno da fare per ottenere ricchezza e fama, a suo dire effimere e dannose. Secondo Giovenale, erano invece solo due i beni per cui valeva la pena invocare gli dèi: la salute della mente e quella del corpo. Dice infatti: “Orandum est ut sit mens sana in corpore sano” (“Bisogna pregare perché ci sia una mente sana in un corpo sano”. Oggi la frase, in voga nelle associazioni sportive del 1900, ha assunto un significato un po’ diverso, influenzato dalle moderne conoscenze: mantenere il corpo in forma aiuta anche la salute del cervello. È infatti dimostrato che l’attività fisica previene le malattie neurodegenerative, come il morbo di Alzheimer).

Quindi possiamo affermare che quando la mente e il corpo sono sani….si possono gustare i piatti della tipicità locale…che da me trovano la massima espressione in occasione dell’annuale fiera gastronomica “ A Cillisi” nella seconda decade di agosto:

a cillisi1

a cillisi 2

 

https://www.facebook.com/groups/457945740979490/?fref=ts

Mio caro amico Giovannino…mi scuso per non aver adempiuto a quanto dovevo…ma credo di aver scritto uno dei tuoi prossimi “itinerari” in terra cilentana: “ Alle falde del Bulgheria”. Intanto, ti auguro di godere appieno delle bellezze e dell’ospitalità della nostra terra nel percorso:

Cilento Bike & Trekking tra selvagge calette e olivi millenari

Un territorio inteso come “cultura”, va sostenuto attraverso la tutela, la valorizzazione e la promozione delle molteplici attività che sono alle radici del suo “patrimonio” e ne costituiscono l’articolata espressione.

Un abbraccio a voi tutti…con la stima di sempre!

Angelo RISI

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PARLARE IL DIALETTO NON E’ MALEDUCAZIONE MA…”ARTE”

 

Secondo l’enciclopedia Treccani :

dialètto s. m. [dal lat. tardo dialectos, femm., gr. διάλεκτος «lingua», der. di διαλέγομαι «parlare, conversare»]. – Sistema linguistico di ambito geografico o culturale limitato, che non ha raggiunto o che ha perduto autonomia e prestigio di fronte a un altro sistema divenuto dominante e riconosciuto come ufficiale, col quale tuttavia, e con altri sistemi circostanti, forma un gruppo di idiomi molto affini per avere origine da una stessa lingua madre: i d. d’Italia derivati dal latino; i d. italiani e la lingua nazionale (analogam., i d. francesi, spagnoli, tedeschi); il d. veneto, romagnolo, calabrese (ma anche al plur., per indicare le diverse varietà di una stessa regione: i d. liguri, lombardi, siciliani; o aggruppamenti più ampî: i d. dell’Italia centromeridionale); il d. di Bergamo, di Catania, di Avellino; parlare, scrivere in d., e parlare, capire un d.; letteratura, poesia, commedie in d.; chi ha smesso di usare il d. è uno che ha rinunciato a un grado di intimità col proprio mondo e ha stabilito distanze (Erri De Luca). Con riferimento alla Grecia antica, si definiscono dialetti le principali varietà di lingua ellenica (attico, dorico, ionico, eolico) precedenti all’affermazione del tipo attico come lingua comune. D. italici, denominazione impropria delle lingue dell’Italia antica, parlate prima dell’affermazione del latino.

Dopo questa premessa diventa quasi superfluo esprimere considerazioni in merito all’uso del “dialetto” nel linguaggio quotidiano…vi evidenzio appena la considerazione di Erri De Luca :

i dialetti dell’Italia centromeridionale); il dialetto di Bergamo, di Catania, di Avellino; parlare, scrivere in dialetto, e parlare, capire un dialetto; letteratura, poesia, commedie in dialetto; chi ha smesso di usare il dialetto è uno che ha rinunciato a un grado di intimità col proprio mondo e ha stabilito distanze”.

Condivido appieno il suddetto “pensiero”…ed è proprio in virtù di una “vicinanza” al mio “mondo” e alle mie “radici” che spesso scrivo e parlo il “mio dialetto”…incomprensibile per tanti…ma questo si sa …i vocaboli usati cambiano da luogo a luogo…molte volte nello stesso ambito territoriale.

Ho deciso di scrivervi leggendo un link in facebook che recita:

“Parlare il dialetto non è maleducazione…ma “arte”.

Il dialetto fa parte della nostra cultura e va salvaguardato.

Il dialetto è amore per le nostre origini”.

 

Il messaggio è chiaro e condivisibile.

Mi piace evidenziarvi un mio link in facebook datato nove settembre duemilaquattordici: acqua ca nun camina feti (acqua che non scorre puzza)”, scritto per gioco…ma che ha raccolto numerosi commenti. In esso vengono citati detti, proverbi e modi di dire cilentani…che consiglio di leggere…chissà che non vi sovviene alla mente qualche “espressione” sentita almeno una volta durante la vostra vita…soprattutto a voi che per lavoro avete lasciato la vostra terra per emigrare altrove.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1410605288957825&set=a.784406361577724.1073741841.100000251031125&type=3&theater

“Acqua ca nun camina feti”…quanta saggezza in poche parole. Il camminare…il viaggiare diventa necessario per la conoscenza…per l’arricchimento culturale …per la sopravvivenza…per ritrovare se stessi. L’acqua che ristagna “puzza”, quella che cammina “rigenera” vita…arriva al mare…evapora…diventa pioggia.

Non mi dilungo per non tediarvi…vorrei, per quanto sopra detto, che il dialetto sopravvivesse ai tempi “moderni”…venisse “trasmesso”alle nuove generazioni ( questo sarà possibile solo parlandolo e scrivendolo). Siamo il “Parco Nazionale del Cilento,Vallo di Diano e degli Alburni”…siamo “Patrimonio dell’umanità”…Dobbiamo “camminare”…conservando le nostre “origini” …u sangu nun addà divintà acqua (il sangue non deve diventare acqua).

Vi abbraccio con la stima di sempre!

Angelo Risi

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Siamo il sud… siamo il “caldo” della…..neve.

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Gran parte del Sud e del Cilento negli ultimi giorni a causa avverse condizioni metereologiche ha vissuto situazioni inusuali. Non essendo noi preparati ad affrontare “emergenze”…non pochi sono stati i disagi che hanno creato il gelo e la neve che ha “inondato” anche le basse quote.

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Ma non è di questo che voglio parlare bensì di quello che di positivo ho visto …in rete vi è stata una “valanga” di foto, video e quant’altro. Immagini di ogni singolo centro abitato, piccolo o grande…di interi territori che ricoperti di un manto candido mi hanno lasciato “incantato”.

E’ stata l’occasione per rivedere e scoprire borghi e paesi che non conoscevo. Magia della rete …che con selfie, foto panoramiche…ha creato involontariamente una campagna pubblicitaria per il territorio.

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(foto di Anna Ida Guida)

 

Quando ieri, dopo giorni di freddo e gelo, la neve finalmente è arrivata anche da me…non vi nascondo che mi sono ancora una volta emozionato…tant’è che subito ho postato in facebook un video…

Tante le visualizzazioni, i like, i commenti…segno tangibile che la neve emoziona sempre.

Tante le fotografie che ho visto in rete…tante mi sono piaciute e ho messo un like.

Svariate le situazioni e i luoghi…mi hanno colpito molto le immagini dei bambini …che mi hanno riportato ai tempi della mia infanzia.

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Con la caduta della neve è come se di colpo ritornassimo tutti bambini…quel manto soffice, bianco che copre tutto…al punto da far apparire anche il più squallido dei luoghi…magico…incantato…come nelle fiabe.

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E’ in questi giorni che si riscopre il tepore del camino…

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Magari gustando una “pasta e fagioli”…

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fagioli coltivati nella nostra terra…ora coperta dalla neve. Terra…dormiente…per rigenerare vita nella prossima stagione calda.

A tal proposito mi sovviene un detto: “sotto la neve pane, sotto la pioggia fame”…vale a dire che per la terra e la sua fertilità …la neve è un “toccasana“.

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Ricordando i tempi della mia infanzia…ad ogni nevicata si preparava la “subbetta”…una sorta di granita (neve, zucchero, caffè, succo di arancia e liquore a piacere)…

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E’ meraviglioso e sorprendente scoprire con quanta forza la natura nella sua bellezza “esplode” anche in pieno inverno…le rose che sopravvivono al gelo.

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Non poteva non nevicare nel mio paese…affidato alla protezione della Madonna delle Nevi…

 

Quanta emozione e vita in ogni nevicata…siamo questo: Cultura, Natura, Tradizioni…Leggende e Verità.

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Siamo il sole e il mare….

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(foto di Metaponto – Il meteo)

 

Siamo il sud… siamo il “caldo” della…..neve.

Vi abbraccio, con la stima di sempre!

Angelo Risi

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“PRESEPE VIVENTE AL BORGO” – QUANDO LA SALITA DIVENTA ELEVAZIONE DELLO SPIRITO

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Il primo presepe vivente della storia fu opera di San Francesco da Assisi, nel borgo di Greccio, presso Rieti, nel 1223.

Il presepe vivente è una tradizione cristiana consistente in una breve rappresentazione teatrale che ha lo scopo di rappresentare, con l’impiego di figuranti umani, la nascita di Gesù in una scenografia che viene costruita per ambientare la vicenda della Natività.

Il 29 e 30 dicembre nel Borgo medioevale di San Severino di Centola – ambiente naturale- si è rappresentato “Presepe vivente al Borgo”- Una manifestazione culturale che nasce nel 1993 – dopo qualche anno di pausa dovuta ad interventi manutentivi – quest’anno è ritornata in tutta la sua “grandezza”. Ha lo scopo di valorizzare il luogo e di far conoscere il territorio, e coinvolgere i giovani in una realtà che fu.

Come sempre… sensibile a questo tipo di manifestazione – culturale, contattato dall’organizzazione dell’evento, prontamente mi sono reso disponibile a partecipare.

Il luogo è uno dei più suggestivi del Cilento…è un borgo medioevale abbandonato sovrastante la valle del fiume Mingardo, che qui scava una stretta forra chiamata Gola del Diavolo. Risale al decimo, undicesimo secolo e serba tracce delle varie epoche storiche fino al novecento, conservando le rovine di un castello e di una chiesa. Secondo l’umanista Pietro Summonte, il villaggio prese il nome dalla Famiglia Sanseverino, la più potente e ricca nel Principato di Salerno, con i Normanni prima e nel Regno di Napoli poi con gli Angioini e Aragonesi.

Ma non è della storia del luogo che voglio parlarvi bensì delle emozioni che si provano, in questa occasione, percorrendo i selciati che dalla valle conducono alla sommità del promontorio.

Lungo il percorso, un “viaggio” fra tradizioni, mestieri, usi e modi di fare che portano alla conoscenza di un tempo che fu…vissuto in religioso silenzo…la voce narrante conduce oltre il tempo che il Borgo ha segnato…alle origini….alla natività.

I figuranti, quasi la totalità degli abitanti del nuovo insediamento a Valle, rappresentano scene di vita quotidiana dei “tempi andati”.

La salita di Maria e Giuseppe al Borgo diventa per tutti …quasi una elevazione dello spirito. Più si sale verso la sommità…più si ha la sensazione di lasciare a Valle ogni sorta di “preoccupazione”…quasi che il “tempo” fosse ritornato indietro.

La semplicità del luogo e degli spaccati di vita quotidiana…fanno “dimenticare” il progresso del tempo attuale.

E poi la musica..e i cori…l’odore del muschio che ricopre la roccia…le torce che illuminano la notte…tutto è suggestivo …tutto entra nell’animo di ogni visitatore.

Si respira una cordialità e un’accoglienza che rende magico l’incontro con il luogo e i suoi abitanti.

Vi lascio una carrellata di foto per rendere l’idea di quello che è il “Presepe vivente al Borgo”.

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Ho cercato di tutelare i volti  nel rispetto delle norme…ho acquisito consenso alla pubblicazione. Se violazione vi è contattatemi e provvederò alla rimozione delle immagini che vi riguardano.

A voi tutti giunga il mio abbraccio con i migliori auspici per un Felice anno nuovo!

Con la stima di sempre!

Angelo Risi

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NON E’ LA PRIMA VOLTA CHE UNA NON LAUREATA SIA MINISTRO DELLA PUBBLICA ISTRUZIONE

 

 

Non griderei allo scandalo per la non laureata Valeria Fedeli neo ministra della Pubblica Istruzione in quanto non è la prima volta nella storia Repubblicana che tale ministero viene affidato ad una non laureata. Già la senatrice Franca Falcucci, prima donna a capo dell’istruzione, ricoprì tale incarico dal 1° dicembre 1982 al 28 luglio 1987.

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La Falcucci di professione insegnante, diede la svolta decisiva impressa all’integrazione degli alunni disabili che portò all’inserimento nelle classi normali di quei ragazzi svantaggiati. Una coraggiosa rivoluzione culturale e sociale di portata storica.

Diede inizio alla riforma della scuola elementare (poi varata alcuni anni dopo con la soluzione dei moduli) si scontrò con il suo stesso partito (democrazia cristiana) e con il maggiore sindacato del settore.

Chi ha voglia di approfondire l’operato della Ministra-insegnante troverà in rete tutto ciò che è storia.

Ho voluto evidenziare la Franca Falcucci perchè pur non essendo laureata ricoprì degnamente l’incarico conferitogli scrivendo una pagina storica della scuola pubblica italiana.

Che poi tutti gli altri ministri-laureati in varie discipline abbiano “condotto” la Scuola a quello che è oggi…beh…troppo ci sarebbe da dire.

Un aforisma di George Stanley McGovern recita:“Più lungo il titolo, meno importante il lavoro”

Chiaramente non è mio costume generalizzare…ma ritengo che, a parte il titolo che nessuna norma obbliga ad avere, sono necessarie delle competenze per ricoprire qualsivoglia incarico.

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Penso che la neo ministra Valeria Fedeli-sindacalista e assistente sociale sia nel posto giusto e al momento giusto. Auspico un proficuo lavoro al fine di lasciare l’impronta delle sue competenze nella scuola pubblica italiana.

Con la stima di sempre!

Angelo RISI

 

 

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AL TERZO REFERENDUM CONFERMATIVO DELLA STORIA REPUBBLICANA…L’ITALIA HA DETTO “NO”

 

 

 

Il due giugno millenovecentoquarantasei si tenne il Referendum Istituzionale: a favore della Repubblica si espressero dodici milioni e mezzo di elettori, mentre i sostenitori della Monarchia furono circa dieci milioni e mezzo. Lo stesso giorno si svolsero le elezioni per l’Assemblea Costituente, che si riunì per la prima volta il venticinque giugno dando inizio ai lavori per redigere materialmente la Costituzione Italiana. Fin dai primi giorni ci fu un lungo dibattito politico su cosa…e come…scrivere nell’articolo uno. Ognuna delle parti politiche principali (socialista, comunista, cattolica, liberale, populista) voleva dare una “impronta” propria alla Costituzione imprimendo i suoi principi preferiti proprio nell’articolo uno. La discussione impegnò per mesi tutti i capi dei partiti e tutti i costituzionalisti più importanti. Spunto fu preso dalla Costituzione Americana, da quella Francese e quella dei Paesi Bassi. Si convenì di imprimere quanto segue:

“ L’italia è una Repubblica Democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.

La Costituzione della Repubblica Italiana consta di centotrentanove articoli e relativi commi; è la legge fondamentale e fondativa dello Stato Italiano. Fu approvata dall’Assemblea Costituente il ventidue dicembre millenovecentoquarantasette e promulgata dal capo provvisorio dello Stato Enrico De Nicola il ventisette dicembre millenovecentoquarantasette. Fu pubblicata nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana n.298 edizione straordinaria del 27 dicembre 1947 ed entrò in vigore il primo gennaio millenovecentoquarantotto.

Tralasciando tutto ciò che è storia…ho cercato di capire come e quando si può modificare la Costituzione e…quante volte è stata “ritoccata”.

L’iter legislativo per cambiarla, ovvero per approvare le leggi costituzionali è abbastanza complesso: la stessa Costituzione prevede che il suo testo si possa cambiare solo con un ampio consenso parlamentare e con tempi che permettono di analizzare le conseguenze del cambiamento.

Per ogni legge costituzionale è prevista prima un’approvazione in “prima lettura” da entrambe le Camere del Parlamento. Il testo approvato dalle due camere deve essere identico: quindi se il testo viene approvato dalla Camera dei Deputati e poi il Senato lo approva ma con modifiche, allora deve ritornare alla Camera per altra approvazione. Dopo la “prima lettura”devono trascorrere tre mesi prima che il testo torni a tutte e due le Camere per essere nuovamente approvato, sempre nella stessa forma e con una maggioranza di due terzi dei componenti di ciascuna Camera. Se viene approvata con la sola maggioranza assoluta il testo è solamente pubblicato per essere sottoposto a Referendum Confermativo, al cui esito positivo seguirà la promulgazione e l’entrata in vigore della legge.

Dal millenovecentoquarantotto sono novantuno le leggi costituzionali promulgate, e di queste solo alcune hanno riguardato la sua revisione. L’ultima nel duemiladodici, sotto il governo Monti con l’introduzione del pareggio di bilancio in costituzione. Prima di oggi…in due soli casi c’è stato il ricorso al Referendum Confermativo: nel duemilauno per la riforma del titolo V che fu approvata dopo la vittoria del “SI” alla consultazione popolare e nel duemilasei per la riforma della seconda parte della Costituzione approvata in Parlamento dalla maggioranza dell’allora governo Berlusconi ma bocciata al Referendum Confermativo.

Conservato…(perchè non modificabile la prima parte della Costituzione) l’articolo uno… che i nostri padri costituenti in virtù di diritti inviolabili dell’uomo esplicitamente scrissero:

“L’italia è una repubblica democratica fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”

Questo articolo racchiude e dovrebbe racchiudere tutto lo spirito e gli ideali, tutte le speranze e le aspettative di un popolo.

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Il quattro dicembre per la terza volta nella Storia Repubblicana gli Italiani vengono chiamati alle urne per un Referendum Confermativo, ossia esprimere il proprio consenso o dissenso alla modifica di alcuni punti della Costituzione.

Ogni qualvolta il popolo viene chiamato ad esprimersi prende atto della crisi politica dei “Palazzi” e gli si inorgoglisce il petto. Comprende l’importanza del suo voto…della sovranità…esprime cio’ che sente tra “pancia” e “testa”…passando per il “cuore”.

Con questo Referendum l’Italia ha detto “NO”.

Le motivazioni del dissenso alle modifiche da apportare alla Costituzione Italiana sono da ricercare, a mio avviso, nella “distanza” tra la politica del “palazzo” e i bisogni del popolo, nella poca “trasparenza”, nella “confusione” delle modifiche proposte.

Il popolo dice NO quando perde la fiducia nei suoi rappresentanti e nelle Istituzioni…quando confida in se stesso e nel suo “potere”.

E’ pur vero che viviamo una crisi economica …ma non di valori. Il popolo è più intelligente di quanto alcun governanti pensano.

Sono convinto che se vi era più trasparenza, più informazione, più legittimità…l’Italia sarebbe stata d’accordo a far modificare la sua Carta Costituzionale…ma la presunzione, lo “strapotere” e l’arroganza di taluni ha stancato il POPOLO…per questo è diventato SOVRANO e ha detto NO.

Mi piace salutarvi con un aforisma di Miguel De Cervantes : “L’onestà è la miglior politica”.

Con la stima di sempre

Angelo RISI

 

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