La fine dell’estate ci regala uno degli appuntamenti più significativi del territorio Cilentano, la “Fiera della frecagnola” a Cannalonga. Definirla “fiera” è riduttivo, in quanto costituisce un vero “patrimonio culturale” per il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e degli Alburni. Le prime notizie si riscontrano nel millequattrocento, in passato si svolgeva a dicembre in occasione della festività religiosa di Santa Lucia, oggi, invece, si tiene nella prima metà del mese di settembre.
La “tradizione” vuole che tale “fiera” era un momento di “aggregazione” per i pastori provenienti da tutto il circondario per concludere “l’affare”. La scelta dei capi migliori da acquistare era necessaria per accrescere in termini “qualitativi” il proprio gregge. La compra-vendita spesso si protraeva per diversi giorni, “mercanteggiando” si otteneva l’esito sperato. La fine delle “trattative” si “suggellava” con un momento conviviale, un “banchetto” a base di salumi, formaggi e “capra bollita” a cui prendevano parte tutti.
In tal modo la naturale vocazione agricolo-pastorale di Cannalonga si tradusse in un connubio indissolubile fra commercio e tradizione
E’ proprio la capra bollita (crapa vudduta) proposta secondo l’antica ricetta il piatto tipico della manifestazione.
Oggi, la Fiera non ha più lo scopo della compra-vendita di animali ma ha conservato l’antica “tradizione” della convivialità.
Ho vissuto la serata di apertura dell’edizione 2016 che si terrà dal sette all’undici settembre. Encomiabile l’intervento del Presidente del PNCVDA – Tommaso Pellegrino, che ha tenuto dopo aver ricevuto le “chiavi della frecagnola 2016”, onorificenza consegnata dal Sindaco, quale attestato di stima per l’impegno civile e il rispetto delle tradizioni locali.
L’evento tanto amato dai residenti, dai turisti e dai visitatori che provengono dai Comuni limitrofi e non solo, è l’occasione per riscoprire e rivalutare il territorio, le attività produttive enogastronomiche locali oltre che far conoscere appieno le risorse culturali e monumentali che possiede l’abitato di Cannalonga.
L’evento è pensato come un vero e proprio cammino enogastronomico, culturale e fieristico laddove percorrendo le vie principali del paese si assaporano vini locali e prodotti tipici messi a disposizione dai produttori locali, si osserva la capacità creativa dell’artigianato e si ascolta musica dal vivo.
Spettacoli folkloristici e proiezioni, allestimenti d’arte e immagini fotografiche fanno da cornice alla manifestazione e arricchiscono e allietano il viaggio ideale del visitatore tra i segreti delle attività silvo-pastorali e i sapori nostrani.
Lo scopo è, non solo quello di promozione turistica di un territorio non ancora valorizzato e sfruttato nel pieno delle sue potenzialità ma, soprattutto quello di aggregazione sociale, della riscoperta del piacere di stare insieme, della sensibilizzazione ambientale e di risvegliare l’amore per la propria terra e le sue tradizioni.
Ringrazio di cuore l’amico Vito Sansone e Rebecca Brandi per avermi accompagnato in questo “viaggio cilentano”.
Con la stima di sempre.
Angelo RISI