Miei cari lettori:
Un blogger è colui che racconta eventi, luoghi e quant’altro. I racconti diventano strumento di promozione. Non essendo io a libro paga di nessuno, in piena libertà e per onestà intellettuale racconto sempre ciò che vedo…che colgo. Ho fatto di questo modus operandi il mio stile di vita e di blogger.
Generalmente i miei racconti sono brevi…questa volta un po di meno… ma è necessario per descrivere al meglio e notiziarvi sulla manifestazione che ho seguito con partecipazione ed entusiasmo. Mi scuso anticipatamente per la lungaggine del racconto… ma se avrete la pazienza di leggere fino in fondo capirete i motivi.
Correva l’anno 1988 quando l’Amministrazione Comunale di Celle di Bulgheria allacciava i primi rapporti con l’Ambasciata di Bulgaria in Italia…scambi culturali…una sorta di “viaggio a ritroso nei tempi che furono”…alla ricerca di “orme” che tra mito e verità conducessero alla “scoperta” di identità comuni ai due popoli.
Già in quell’anno vi fu una prima visita ufficiale dell’Ambasciatore di Bulgaria ( padre dell’attuale S.E. Marin Raikov). Conservo memoria della visita in quanto da sempre appassionato di arti sceniche, in quella occasione recitai “L’uomo dal fiore in bocca” di Luigi Pirandello.
Dopo oltre un ventennio, con cambi di Amministrazioni e di Ambasciatori, si sono intraprese le relazioni che hanno consentito di formalizzare, lo scorso anno, un gemellaggio con Veliki Preslav.
Preslav fu la Capitale del primo impero Bulgaro dall’893 al 972 e una delle più importanti città dell’Europa Balcanica medioevale…oggi sito archeologico. La moderna Veliki Preslav è una cittadina della regione del Sumen – un preesistente villaggio assunse il nome della capitale medioevale nel 1878 e divenne città nel 1883.
Vi è dato sapere il perchè avviene un gemellaggio:
per interessi comuni da tutelare, perché la cultura dell’una coincide in gran parte con la cultura dell’altra…quando due comunità, scoprendo reciproci interessi, cercano un ideale di fratellanza.Il gemellaggio è l’espressione di un’unità e di un’identità europea costruita dalla gente comune ed è probabilmente la forma più visibile di cooperazione europea, con le migliaia di città e paesi che, all’ingresso nel loro territorio, dichiarano con orgoglio le comunità con le quali si sono uniti in gemellaggio.Un buon accordo di gemellaggio può recare molti benefici a una comunità e alla sua amministrazione comunale. L’unione tra persone provenienti da diverse parti dell’Europa offre l’opportunità di condividere i problemi, di scambiare opinioni e di capire i diversi punti di vista su qualsiasi questione per la quale vi sia un interesse o una preoccupazione comune.Può consentire ai giovani di entrare in rapporti con le loro controparti di un altro paese e di acquisire fiducia in se stessi. Può aiutare tutti a capire meglio che cos’è e cosa significa l’Europa nel mondo di oggi e dove può portarci il futuro.Vi sono molti esempi di buone pratiche nell’ambito del gemellaggio, che riguardano una grande varietà di temi: l’arte e la cultura, i giovani, la cittadinanza, lo sviluppo sostenibile, i servizi pubblici locali, lo sviluppo economico locale, l’inclusione sociale, la solidarietà…Esso rappresenta un impegno a lungo termine tra i partner e non un accordo a breve termine. Dovrebbe essere sempre in grado di sopravvivere ai cambiamenti politici e alle difficoltà a breve termine di uno dei partner e di fornire sostegno reciproco in caso di bisogno. Ed essendo un impegno a lungo termine, è fondamentale garantire che l’accordo sia riesaminato regolarmente per assicurarsi che risponda alle esigenze presenti e rimanga attuale e dinamico.
Questo è un gemellaggio. Che condivido appieno foss’anche per il solo fatto che tutto il mio lavoro di Blogger mira alla promozione turistica del territorio. Il turismo è una fonte indispensabile alla piccola economia di ogni comprensorio. Nei miei scritti spesso vanto il tanto decantato “Cilento” …con la sua sacra ospitalità. Ma …ahimè…non sempre e non dappertutto è così. Tanti sono quelli che hanno paura del “colore” che sia nero o giallo o rosso…e paura di perdere il proprio “orticello”…o peggio ancora di vedere l’erba del vicino sempre più verde.
Ma andiamo avanti…al racconto di questi giorni:
Il 6,7 e 8 giugno in occasione del primo anniversario del gemellaggio Celle Bulgheria – Veliki Preslav abbiamo vissuto un momento culturale significativo per l’intero territorio.
Il tutto è iniziato con l’arrivo nel borgo cilentano dell’ambasciatore di Bulgaria in Italia Marin Raikov con una nutrita delegazione e con gli alunni delle scuole “Santi Cirillo e Metodio” e “Cernorisetz Hrabar” di Veliki Preslav , che si sono gemellate con quella della frazione Poderia. Durante l’anno scolastico per alcune ore i nostri alunni hanno studiato il Bulgaro…questo ha permesso di accorciare le “distanze” e comprendere meglio i loro coetanei di nazionalità Bulgara. Il corpo docente avendo con gli alunni preparata un’accoglienza…mi è stato chiesto di partecipare e così è stato.
Quasi un ricorso storico per me…già avendo recitato per l’ambasciatore- padre…per il figlio ho interpretato “L’oliveta e l’orto” di Giovanni Pascoli…che riporto:
E come li amo que’ miei quattro olivi,
che al potatoio (sono morinelli)
gridano ogni anno: ― Buon per te, se arrivi!
Nonno di nonno li piantò; ma quelli
buttano ancor la mignola, mentr’esso
da un po’ non sente cinguettar gli uccelli!
E ne vengono, sì, sopra il cipresso
là, verso sera! Ed esso è là; ma sento
che verso sera è qui con noi, qui presso.
Tra lusco e brusco, egli entra lento lento,
venendo bianco dalla vita eterna,
e versa l’olio con un viso attento.
È lui, che il nostro lume anco governa
con que’ suoi vecchi olivi: e quando l’Ave
maria rintocca, e splende la lucerna,
― Filate, o donne, ― mormora ― da brave!
E come l’amo il mio cantuccio d’orto,
col suo radicchio che convien ch’io tagli
via via; che appena morto, ecco è risorto:
o primavera! con quel verde d’agli,
coi papaveri rossi, la cui testa
suona coi chicchi, simile a sonagli;
con le cipolle di cui fo la resta
per San Giovanni; con lo spigo buono,
che sa di bianco e rende odor di festa;
coi riccioluti cavoli, che sono
neri, ma buoni; e quelle mie viole
gialle, ch’hanno un odore… come il suono
dei vespri, dopo mezzogiorno, al sole
nuovo d’Aprile; ed alto, co’ suoi capi
rotondi, d’oro, il grande girasole
ch’è sempre pieno del ronzìo dell’api!
E amo tutto: i vetrici ed i salci,
che ripulisco ogni anno d’ogni vetta
per farne i torchi da legare i tralci;
quella fila di gattici soletta,
alta e lunga, su cui cantano i chiù;
il canneto che stride e che scoppietta:
ma non sapete quello ch’amo più.
Che dire? E’ il mio mondo.Il mio modo di essere…ma …con lo sguardo rivolto verso “nuovi orizzonti”.
Nella mattinata del sette giugno un tour alle falde del Monte Bulgheria in bicicletta.
A dare la partenza è stato direttamente il sindaco Gino Marotta.
Ricorrendo il sette l’anniversario dello svelamento della statua del Principe Altzeco la fondazione Vazdigane donataria ha organizzato delle rappresentazioni in costume bulgaro …quasi a far rivivere gesta eroiche dei tempi andati. Da cornice al parco una esposizione di quadri raffiguranti scene eroiche e luoghi cari al popolo Bulgaro…significativo un dipinto dove è stato raffigurato Khan ( duca) Alzeco alle falde del Monte Bulgheria.