Il “Palio del Grano” di Caselle in Pittari (SA) nasce nel duemilacinque…ideato e realizzato dalla Pro Loco in collaborazione con l’Associazione Terra Madre, al fine di valorizzare la cultura contadina..è un viaggio nella memoria della ruralità.
Alla gara sono iscritte otto squadre in rappresentanza di otto rioni del paese (Chiazza, Madonna ra Grazia, Forgia-Mardedda, Castieddu, Scaranu, Taverna, Urmu, Pantanedda) con essi sono gemellati altrettanti Comuni denominati “compari”. . Il gemellaggio tra le diverse comunità, è istituito sulla scorta delle relazioni che un tempo intercorrevano tra le persone dei diversi paesi.
Nel corso degli anni la manifestazione ha assunto una rilevanza nazionale…si sono superati i confini cilentani, i rioni si sono gemellati, altresì, con vari comuni d’Italia.
Non è solo una gara di mietitura, ma un laboratorio didattico…culturale…di vita…difatti con il “campo di grano” che dura una settimana, i contadini impartiscono lezioni sulla coltivazione, sull’arte della mietitura, e di tutti i processi tradizionali quali: molitura e panificazione…
E’ un momento laboratoriale dove si osserva e si sperimenta…si conosce e si apprende…Insomma un “viaggio” dalla terra alla tavola.
Il Palio del grano è giunto alla dodicesima edizione…ed io per la prima volta ho vissuto questa esperienza. Devo ringraziare gli amici che mi hanno più volte sollecitato a vivere questi momenti …quasi indescrivibili…per quanto sono stati emozionanti…ci provo.. Siamo giunti a Caselle in prima mattinata con l’amico Vito Sansone con il quale ho condiviso non solo la giornata ma la diretta in radio…insieme ai carissimi: Sandro Cartolano e Giuseppe Jepis Rivello. Già dal primo momento lo scenario che si è presentato ai miei occhi .. unico…magico…un salto indietro nel tempo.
Una preghiera in chiesa, la partenza del corteo, i colori delle contrade, il vocio, l’allegria, il folklore..le ceste con le vivande sul capo delle donne, gli abbracci..l’essere tutt’uno…
Niente fa presagire che si tratta di una gara…ma la competizione c’è ed è giusto che ci sia…difatti con grande civiltà, arrivati al “campo” …si sono contesi l’ambito stendardo …simbolo di vittoria.
Ad ogni squadra è stata assegnata una pista di grano larga 5 m. e lunga 100 m., che con un percorso a staffetta, dovrà mietere. Vince il Palio del Grano la squadra che mieterà per prima la propria porzione di campo, osservando comunque i giusti criteri di mietitura e di sistemazione delle fascine di grano.
Quest’anno ha vinto la contrada “Chiazza”…posso dire di aver vinto anch’io..in quanto ospite dell’amica Ragone Pasqualina abitante e partecipante della medesima contrada.
Un’esplosione di gioia ha accompagnato la corsa del caposquadra fino a che non ha conficcato nella “vurredda” (covone) il vessillo del rione. A gara ultimata ogni relazione umana è stata vissuta all’insegna di grande rispetto, civiltà e solidarietà.
L’arrivo dei buoi per la “pisatura”…un tuffo nei tempi andati..la voglia di rivivere la genuinità e la salubrità…la riscoperta di una sana ruralità. Con l’antico anche il moderno, difatti con l’ausilio delle trebbie si è provveduto alla “trebbiatura”….così il chicco è uscito dalla pula (involucro che riveste il grano)…passato e presente…tutto ha “parlato”..in questa giornata vissuta in amata terra cilentana.
Poi è iniziata la festa…sull’aia di quel podere che per mesi ha visto il grano crescere..si è condiviso con tutti un momento di cordialità, di ospitalità, di allegria, di relazioni, di grande umanità.
Ringrazio tutta la Comunità di Caselle in Pittari e tutti i partecipanti al Palio per avermi regalato una emozione unica…quasi indescrivibile. Arrivederci alla tredicesima edizione del Palio del Grano.
Con la stima di sempre.
Angelo Risi