Vivere è anche scoprire la “bellezza”…di un tempo andato, di una perduta civiltà…i cui resti sono patrimonio mondiale dell’umanità.
Dopo anni sono ritornato nel sito archeologico di Paestum, il più bello in assoluto.
La città situata nella parte meridionale del golfo di Salerno detto anticamente sinus paestanus, fu fondata dai Greci di Sibari intorno al 600 a.C. con il nome di Poseidonia. Sin dalla fondazione lo spazio urbano fu diviso in aree sacre, pubbliche e private. La fascia centrale della città fu destinata ad uso pubblico: nella parte Nord fu ubicato il santuario di Atena, al centro l’agorà, a Sud il santuario di Hera. Successivamente i Lucani e poi i Latini apportarono vari cambiamenti all’assetto urbanistico del luogo.
Percorrere le strade lastricate è come vivere la storia.
Di Paestum hanno scritto tanti, di seguito vi riporto integralmente alcuni versi:
“Solo camminando in mezzo ad esse si comunica loro la nostra vita; se ne sente emanare il soffio vitale che l’architetto aveva concepito, anzi aveva infuso in esso”
( J.W. Goethe)
“ E’ come se un dio, qui, avesse costruito con enormi blocchi di pietra la sua casa” (Friedrich Nietzsche)
“Questa piana rivedrà presto tornare le sue rose celebrate; ma il cileo ha qualche rosa, ora, e stasera la loro brevità è fulminea” (Giuseppe Ungaretti)
“Quivi insieme venia gente esperta Dal suol ch’abonda di vermiglie rose. Là vè, come si narra e rami e fronde Silaro impetra con mirabil onde.” (Torquato Tasso)
Ecco…bastano questi versi a descrivere la magnificenza del sito archeologico di Paestum ..che ha incantato tutti. C’è chi è riuscito a trasmettere le proprie emozioni, chi invece seppur vivendole le conserva nella memoria.
Anzichè descrivere…lascio parlare le immagini…che sono più eloquenti…delle mie parole.
E’ solo una piccolissima parte del patrimonio culturale del museo…ho scelto queste immagini…per emozionarvi.
Notevole è la visione di tanta “Bellezza”, di tanta “Cultura”, di tanta “Natura”.
Non mi dilungo…vi invito piuttosto a Visitare il sito.
Con infinita Stima.
Angelo RISI