L’agricoltura al momento è un simbolo della fiducia nel futuro,ed è l’unico settore in crescita. I giovani credono che il ritorno alla coltivazione della terra possa rappresentare un impulso positivo; le possibilità di occupazione aumentano, così come sale il numero dei ragazzi che si iscrivono alle scuole di agricoltura. In Italia è molto sviluppata, il nostro paese dispone infatti di una struttura molto varia e anche la ricchezza di acqua ci permette di ottenere una grande varietà di prodotti agricoli ed ortofrutticoli di ottima qualità, merito questo anche degli agricoltori Italiani che con grande passione si dedicano da sempre a migliorare le loro produzioni sotto i profili della qualità e salubrità.Le nuove tecniche colturali confermano la modernità del modello di sviluppo agricolo italiano, che potrà rappresentare un punto di riferimento per gli altri settori.
Rammento appena che il mio lavoro di assistente tecnico mi vede impiegato presso un istituto agrario del basso Cilento e precisamente Sapri .
Stamane casualmente ho letto che l’Università di Salerno nel piano dell’offerta formativa prevede l’istituzione di un nuovo corso di laurea:Gestione e Valorizzazione delle Risorse agrarie e delle aree protette – e problematiche ed opportunità dei progetti di Alternanza Scuola-Lavoro alla luce della L. 107/2015. – (fonte: www.occhiodisalerno.it).Notizia che prontamente ho accolto con entusiasmo in quanto questa nascente facoltà è logisticamente più vicina al Cilento. Ma questa notizia mi ha dato anche lo spunto per una riflessione in casa “nostra”…difatti, mentre ero impegnato a svolgere lavori manutentivi nell’azienda agraria..mi chiedevo:quanti giovani del basso Cilento frequenteranno questa facoltà? E poi …per quanto tempo forniremo utenza? Non sono riuscito a darmi una risposta.Con rammarico devo constatare che questa nostra terra va in controtendenza con gli indirizzi ed esiti nazionali.Difatti,in piena sincerità,va detto che l’unico Istituto agrario a sud della provincia di Salerno( in un territorio a sviluppo prevalentamente agricolo) a causa di scarsa affluenza di utenza negli anni che verranno rischia la chiusura..una morte annunciata.
Ricordo appena che le campagne si stanno spopolando…la stragante maggioranza degli operatori agricoli è avanti negli anni …e che in assenza di “ringiovanimento” di esse…il nostro territorio rischia di versare in uno stato di “abbandono”.
Da qui mi chiedo e vi chiedo:
- a che serve parlare di dieta mediterranea se non saremo in grado di fornire i prodotti locali?
- A che servono gli orti didattici se non siamo in grado di orientare e fornire utenza all’indirizzo formativo?
- A che serve la politica agricola se non si formano gli operatori del settore?
Una presa di coscienza è necessaria da parte di tutti! Con la stima di sempre vi abbraccio!!!!
Angelo Risi
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