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Nel mio girovagare per il territorio Cilentano mi trovo spesso in luoghi suggestivi e incantevoli. Oggi per un senso di nostalgia sono nel fiume Mingardo, quasi alla fine del suo percorso, esattamente all’ingresso della “gola del Diavolo”nel territorio di San Severino di Centola.
I due strapiombi rocciosi, le rovine di un ponte romano e i due di epoche successive fanno da cornice a quest’angolo di fiume che mi lascia incantato.
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Il Mingardo è un fiume della provincia di Salerno che nasce dal monte Gelbison e sfocia nel mar Tirreno nei pressi di Capo Palinuro.La sua lunghezza complessiva è di circa trentotto chilometri. Chi è interessato ad approfondire troverà nel Web materiale soddisfacente. Mi soffermo solo a trascrivere ciò che la leggenda narra: Il fiume Mingardo è il mitico Stige, che con il Lete, identificabile con il vicino Lambro, è uno dei due fiumi infernali dell’Eneide, citati da Virgilio nel racconto della morte di Palinuro: «allora il Nume, un ramoscello trasse dall’onda del Letè rorido e quello di Stigio influsso saporoso e molle sulle tempia gli scosse…» (Publio Virgilio Marone, Eneide).
Dalla valle del Mingardo prese spunto anche Dante per strutturare l’inferno.Difatti sul lato sinistro della valle si trova una strada con i cosiddetti sette gironi.
Mi piace credere nella veridicità della leggenda perchè qua i meravigliosi scenari parlano da soli: nell’incanto del posto si prova un senso di smarrimento, il mormorio del fiume quasi voci che narrano gesta antiche.
Angelo Risi
© foto di Angelo Risi – testi e foto riproduzione vietata
2 commenti
Hai colto il modo giusto, secondo me, per valorizzare i posti e la cultura di questi luoghi… Sei una voce fuori dal coro di personaggi che si erigono a paladini della nostra cultura e delle nostre tradizioni… Complimenti e continua regalandoci perle di conoscenza come questa
grazie carissimo Fabio sono contento che condividi questa mia avventura…confido nella tua collaborazione