“Mutano solo il cielo, non l’animo, coloro che vanno per mare”.
Oggi, il famoso aforisma oraziano, mi invita ad una riflessione riguardo al mare come luogo dell’anima. Cosi immenso e misterioso, ha da sempre attratto l’uomo, affascinandolo, che empaticamente, con lui ha convissuto.
Il mare fonte di vita e di sogni infranti. Il mare come un guerriero instancabile, nella sua eterna lotta per la conquista della terraferma, contro la stessa umana insistenza. Si infiltra, scolpisce, scava, frastaglia, creando veri e propri capolavori costieri. Un rapporto, quello tra il mare e l’uomo, che ha generato sin dagli albori, pagine indimenticabili di meravigliosa letteratura, come l’Odissea o Il vecchio e il mare di Hemingway, entrambi, per motivi diversi, a noi molto cari. Un antico adagio Cilentano recita: “Pi mari nun v’e’ taverna”, ed infetti, non vi è alloggio sicuro tra queste onde.
Questo mare che gia’ incantava gli antichi Dei, appartiene solo ai navigatori erranti.
Angelo Risi
© foto di Gianni Ferramosca – testi e foto riproduzione vietata